Muos e aree sismiche – contributo del geologo Mario Tommasi

Nelle memorie di replica presentate dall’Avvocatura dello Stato  nel corso del procedimento davanti al Cga di Palermo l’avvocato Pollara, in qualità di difensore del Minstero della Difesa, dunque del Muos, ha tentato in poche righe di dimostrare la non sismicità dell’area in cui è stato costruito il Muos.

Riportiamo le parole dell’Avvocatura dal testo originale:

avvocatura stato cga 20150618093919-2

Dunque, secondo il Ministero della Difesa, attraverso queste due righe sarebbe possibile dedurre che l’area in cui sorge il cantiere non ricade in zona sismica.

Ricordiamo che da sempre i nostri tecnici denunciano la pericolosità dell’area a causa dell’indice di sismicità. Eventuali scosse di terremoto potrebbero causare infatti un’inclinazione delle antenne, il cui angolo di puntamento è già sufficientemente basso, determinando un pericoloso errore di puntamento che potrebbe consentire l’irraggiamento diretto del fascio di emissione del Muos a persone, flora e fauna, con danni permanenti a causa della potenza del raggio.

 

Ma davvero il Muos sorge in un’area non rientrante tra quelle ritenute a rischio sismico. Le parole del Ministero della Difesa non hanno convinto e abbiamo chiesto un parere a un esperto. Dall’avvocatura ci saremmo aspettati un maggior rigore scientifico. Chi avrebbe registrato i “micro-terremoti”? La sismicità di un’area si misura davvero attraverso il ricorso alla statistica oppure esistono indici territoriali di sismicità.

 

L’abbiamo chiesto al geologo niscemese Mario Tommasi che ringraziamo per la seria e puntuale relazione:

Quotidianamente i sismografi dell’INGV registrano scosse e microtremori. Non per questo se in un anno solare, o più di uno, non si registrano scosse il grado di sismicità di quel territorio perde efficacia. Esso viene statuito con apposito decreto e solo con un altro decreto un territorio può essere declassato.

I recenti terremoti (a memoria d’uomo) che hanno colpito Umbria, Emilia, Molise, Toscana e, ancora più in basso, l’Aquila, hanno dato vita a norme ancor  più restrittive rispetto al passato per salvaguardare e ridurre al minimo il rischio in termini di perdite di vite umane.

Niscemi città ed il suo territorio sono stati dichiarati sismici con D.M. LL.PP. 23/09/1981 e per effetto di detto decreto Niscemi è stata inserita nell’elenco delle località sismiche di II categoria con specifici parametri:

S = 9 (Grado di sismicità)                   C = (S – 2) : 100 = 0.07 (Coefficiente  di Intensità Sismica)

Gli eventi sismici pocanzi citati hanno determinato un aggiornamento dell’elenco delle località sismiche. Non solo nel nuovo elenco sono stati riconfermate le località sismiche ma, ad esse, ne sono state aggiunte altre che prima non lo erano.

Nello specifico Niscemi ha mantenuto la particolarità di Zona sismica per effetto della recente Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003, e attualmente il suo territorio continua ad essere indicato come appartenente alla Zona 2.

Tale provvedimento si è reso necessario in quanto questo territorio, sia per il suo contesto tettonico

(configurazione geologico-strutturale) che per la sua pertinente ed intrinseca storia sismica, è stato

oggetto di eventi sismici di intensità piuttosto elevata (terremoto 1693 e terremoto di Santa Lucia del 1990).

Secondo la più recente normativa sismica:

 

O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, recepita dalla Regione Sicilia con D.G.R. n. 408 del 19/12/2003;

O.P.C.M. n. 3431 del 03/05/2005, di modifica alla precedente ordinanza;

O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006,

l’intero territorio nazionale è stato suddiviso in zone sismiche, ciascuna delle quali contrassegnata da un diverso valore del parametro ag (accelerazione orizzontale max al suolo di cat. “A” – p.to 3.1 dell’ordinanza), stabilendone i livelli di pericolosità.

Nel nostro caso il territorio di Niscemi appartiene alla Zona 2 per la quale è prevista un’accelerazione orizzontale max di 0,25g (con riferimento ad un suolo tipo A).

 

L’O.P.C.M. n. 3519/06 ha stabilito i nuovi criteri di calcolo per valutare la pericolosità sismica di una zona da esprimere in termini di frazione dell’accelerazione di gravità g (ag) ed il territorio di Niscemi  è stato ridefinito in funzione della Carta della Pericolosità Sismica Nazionale di base (OPCM n. 3519/06), esplicando i criteri per l’individuazione delle zone sismiche, la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle singole zone. In questo modo i valori di ag sono stati determinati su una griglia con passo 0.05° (lato 7,5Km) che copre il territorio nazionale e le zone 1 – 2 e 3 suddivise in sottozone.

 

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La sismicità del territorio niscemese è stata dunque confermata dalle recenti novità legislative. L’avvocatura dello Stato, piuttosto che limitarsi a esprimere giudizi non avvalorati da alcun dato normativo e/o scientifico, farebbe bene a valutare in modo accorto una vicenda in cui in gioco vi è la sicurezza e la salute dei cittadini.

 

Secondo l’avvocatura dunque sbagliano i cittadini e gli enti pubblici niscemesi nell’applicare la normativa antisismica? O forse è una misura troppo restrittiva anche per gli edifici scolastici, le abitazioni e gli uffici dato che “l’unica scossa registrata è del novembre 2013 di magnitudo 2? 

Non è che questo particolare modo di considerare la sismicità vale solo per il Muos?

 

 

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