Il presidio NO Muos di Niscemi sarà lo spazio politico e sociale per una serie di incontri con accademici e ricercatori che hanno affrontato i temi del dominio e della lotta come momento di crescita e conoscenza
Martedì 23 Luglio ore 19 Presidio Permanente No Muos C/da Ulmo
a conclusione dell’iniziativa: cena sociale
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“VIOLENZA E PRATICA DELLA RESISTENZA POPOLARE: un caso della terra dello Zapatismo”
Francesco Zanotelli, antropologo dell’Università di Messina, ha realizzato ricerche su debito, lavoro e welfare studiando gli adattamenti e le resistenze locali all’economia neoliberista sia in Italia che in Messico. in quest’ultimo contesto, rivolge attualmente la sua attenzione ai movimenti indigeni di opposizione ai progetti internazionali di green economy.
Nel Sud del Messico alcune comunità dell’Istmo di Tehuantepec lottano contro la realizzazione di un progetto di installazione di centinaia di aerogeneratori in un’area lagunare estremamente delicata dal punto di vista ambientale. Oltre che temere per la loro futura sopravvivenza, che dipende dalla pesca, gli abitanti contestano che l’operato delle multinazionali coinvolte nel progetto si basi sulla corruzione dei politici locali, sulla connivenza del governatore della regione, sull’uso intimidatorio della violenza legalizzata (polizia statale) e illegale (paramilitari), ma soprattutto sulla disinformazione e il sostanziale disinteresse verso quelle che sono le loro inquietudini rispetto al progetto.
Alla colossale potenza tecnologica, politica e finanziaria di questo nuovo fronte ‘green’ dell’industria internazionale neoliberista, le donne e gli uomini della comunità hanno opposto una tenace lotta fatta di assemblee, destituzione delle autorità locali e occupazione a oltranza dei luoghi del potere, oltre che il ricorso alla giurisdizione internazionale sui diritti dei popoli indigeni.
Una lotta che ha recentemente prodotto l’annuncio del ritiro del progetto da parte della multinazionale.
IN NOME DELL’ENERGIA PULITA SI STA LEGALIZZANDO L’ESPOLIAZIONE DI TERRE DELLE POPOLAZIONI INDIGENI IKOOTS Y ZAPOTECHI DEL ISTMO DI TEHUENTEPEC (OAXACA, MESSICO).
San Mateo del Mar 19 aprile 2013
Noi popolazioni indigene dell’Istmo de Tehuantepec, stiamo soffrendo l’invasione di imprese straniere con la complicità del governo messicano. La situazione si sta facendo ogni giorno più difficile di fronte all’imposizione di un Megaprogetto denominato “Corredor Eólico del Istmo”, nel quale sono contemplati 14 aree di impianti eolici per un totale 5000 ca. di aerogeneratori, su una superficie di 100,000 ettari ca. di terre comunali e ejidales, per il rifornimento di energia elettrica di imprese transnazionali, senza rispettare i diritti delle popolazioni indigene, quali il diritto alla Consultazione libera, previa e informata, a decidere le nostre strategie di sviluppo, a conservare la nostra cultura y a proteggere il nostro territorio come stabiliscono gli articoli 3, 7, 8, 26, 32, della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni delle Nacioni Unite (2007).
Questo progetto sta già colpendo le popolazioni zapoteche e noi ikoots (huave) che abitiamo la regione dell’Istmo, dove soffiano i maggiori venti del Messico. Attualmente le comunità zapoteche che vivono di agricoltura e allevamento del bestiame, hanno visto i propri campi di coltivazione trasformati in aree per gli aerogeneratori, e in questo modo limitata la loro sovranità alimentare, e impoverita la fertilità della terra.
Nel nostro caso, popolazione ikoots – huave di San Dionisio del Mar, San Mateo del Mar, Santa Maria del Mar, San Francisco del mar, che condividiamo il vento, la laguna, le mangrovie, la ricchezza acquatica, le rotte migratorie degli uccelli, molti occhi sono puntati sulle nostre terre del vento, che sono per noi fonte di vita e di pensiero, mentre per i grandi interessi economici rappresentati dalle imprese transnazionali no sono altro che una fonte inesauribile di profitto. Concretamente nella comunità di San Dionisio del Mar il consorzio imprenditoriale “Mareña Renovables” formato da MacQuare Australia, Mitsubishi Giappone e PGGM Olanda, pretende imporre 102 impianti di aerogeneratori Vesta (Danimarca) con capacità individuale di 2.5 MW, alti 120 metri,due sottostazioni elettriche, 5 moli di attracco, una linea sotto la laguna, tutto questo in una estensione territoriale di 27 chilometri, dove tutti noi a realizziamo le nostre attività di pesca. Lo scopo ultimo del consorzio è rifornire di energia le imprese FEMSA Coca-Cola, Oxxo, Heineken, Fabbrica di birra Cuauhtémoc Moctezuma!! A Santa Maria del Mar l’impresa “Mareña Renovables” e l’impresa Energía Alterna Istmeña pretende installare 30 aerogeneratori lungo la riva sud della laguna chiamata Mar Tileme. Tutte queste installazioni influiranno negativamente sulle correnti sottomarine che uniscono Oceano e lagune; contamineranno acusticamente l’ambiente terrestre y marino senza che si possa prevedere l’impatto che avrà sulla vita dell’avifauna e ittica. Le lagune che sono meta naturale di uccelli, pesci, crostacei e anfibi che qui si riproducono e crescono, non mantengono solo 30.000 ca. indigeni ikoots e zapotechi, ma contribuiscono soprattutto a popolare la fauna oceanica.
San Mateo del Mar, ha già detto “No” al progetto eolico nel 2007. Senza dubbio il governo messicano e le grandi imprese non ci lasciano in pace, provocando nelle nostre comunità divisioni e conflitti. A prescindere dal nostro rifiuto, gli effetti negativi del Megaprogetto ci colpiranno comunque perché condividiamo con San Dionisio del Mar y Santa Maria del Mar territorio e ecosistema. Ci stiamo domandando: di che cosa vivremo se lagune e mar saranno contaminate? Una donna madre di due bambini diceva: “mio nonno era pescatore, mio padre è pescatore, io vengo dalla laguna, se i miei figli non potranno terminare i loro studi per lo meno dovrebbero poter pescare nelle loro lagune!”
Noi siamo contrari alla produzione di energia rinnovabile quando sia imposta da grandi imprese e governi su grande scala, e comporti la distruzione di alberi e di un sistema millenario di mangrovie, uccidendo migliaia di uccelli migratori, lasciando la terra arida, contaminando l’acqua e acusticamente tutto l’ambiente, variando correnti, lasciando senza alcuna difesa le popolazioni indigene che abitano la regione. ¿Si può ancora chiamare “rinnovabile” un’energia che trasformi irreversibilmente l’equilibrio dell’ambiente y delle popolazioni che vi risiedono? Se l’interesse comune fosse veramente quello di custodire l’ambiente, nessuno oserebbe proporrebbe un progetto eolico come questo in questa fragile regione tanto ricca di biodiversità.
Continuiamo a difenderci da questa invasione e distruzione del nostro territorio, però la nostra è una lotta diseguale: facciamo fronte a grandi interessi economici con poteri di comprare e corrompere. Nonostante ciò noi popolazione indigene continueremo a lottare per la cancellazione del Megaprogetto, per difendere e proteggere il nostro sacro territorio che ci da la vita, e per preservare la nostra cultura.
Braulio Villanueva Fajardo
Presidente del Comisariado Bienes Comunales
de San Mateo del Mar, Oaxaca, México
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