Clima, è cominciata la settimana di mobilitazione per il pianeta. Ed è cominciata alla grande!

Ci siamo. E’ cominciata la settimana di mobilitazione mondiale contro i cambiamenti climatici con l’obiettivo di far pressione sul summit dell’Onu, che si svolgerà a New York a partire da lunedì 23 settembre. Saranno sette giorni di manifestazioni, occupazioni, marce, iniziative che coinvolgeranno 156 Paesi e che culmineranno nello sciopero globale previsto per venerdì 27.

Le prime manifestazioni che si sono svolte nella maggiori città del globo terrestre sono andate ben oltre le più ottimistiche previsioni. Ben oltre anche la precedente manifestazione del 15 marzo che hanno messo in movimento milioni di studenti.

  “Non ci sono foto che rendano giustizia a questo. I primi numeri dicono 400.000 in tutta l’Australia, 100.000 a Berlino, 100.000 a Londra, 50.000 ad Amburgo – ha scritto Greta Thunberg sulla sua pagina Facebook – . E le prime cifre in Germania sono di 1,4 milioni di persone!!! Ma è una cosa più che gigantesca ovunque!!!! In ogni città. Insieme stiamo cambiando il mondo”.

In Australia, il primo continente che, per una questione di fuso orario, si è mobilitato, la partecipazione è stata da record: 100mila persone a Melbourne, 80mila a Sydney, 30mila Brisbane, 20mila ad Adelaide e Hobart, 15mila a Canberra e 10mila a Perth. Più del doppio di quanto registrato il 15 marzo. E la protesta ha coinvolto anche Paesi come la Thailandia dove qualche centinaio di attivisti ha occupato il ministero per l’Ambiente.

Mobilitazioni anche in Indonesia e in Malesia, dove le mille isole sono devastate da incendi dolosi che hanno come mandanti le multinazionali che speculano sulla polpa di legno e sull’olio di palma. Il fumo ha coperto i cieli di tante città del Borneo e l’aria è diventata così irrespirabile che manifestare all’aperto è impossibile. A Giacarta e a Kuala Lampur, i ragazzi sono stati costretti ad organizzare solo iniziative al coperto.

 Ad Istanbul, capitale di un Paese in cui scioperare non è affatto facile!, le ragazze ed i ragazzi di Fridays for Future hanno preparato una grande festa ne cuore del quartiere di Kadikoy con incontri, musica e workshop. Degli artisti hanno anche realizzato un gigantesco murales su un edificio del quartiere che ritrae Greta e il suo inseparabile impermeabile giallo. Anche a Islamabad, Pakistan, e addirittura a Kabul, Afghanistan, – altri Paesi in cui protestare non è affatto facile – i giovani sono riusciti ad organizzare cortei che si sono mossi per le strade delle città scortati da intere formazioni militari in assetto da guerra. Manifestazioni come queste aiutano a comprendere perché la causa climatica non può essere slegata alle battaglie per la giustizia sociale, la pace, la parità di genere.

Ma la protesta ha toccato anche l’Africa, sposandosi alle cause locali. A Nairobi, in Kenia, i giovani hanno protestato per il clima chiedendo al Governo di bloccare le concessioni di estrazione alle multinazionali dei fossili. Ad Hong Kong, dove da alcune settimane la gente sta già occupando le piazze per chiedere più democrazia al Governo di Pechino, i manifestanti si sono presi una… “pausa” e hanno cambiato i loro slogan con quelli della “giustizia climatica”. A Berlino, nel momento in cui scriviamo, migliaia di manifestanti stanno girando in bicicletta per le strade, bloccando il traffico automobilistico proprio nel momento in cui la causa climatica ottiene una importante vittoria: il Governo tedesco infatti ha appena approvato un pacchetto da 54 miliardi di euro per contrastate il climate change e superare l’economia fossile. E senza aver, per questo, aumentato il debito pubblico, dimostrando difendere l’ambiente per il bene di tutti costa alle casse dello Stato molto meno che devastarlo per i profitti di pochi.

 In Italia, dove già Fridays for Future si era mobilitata in collaborazione con il comitato No Grandi Navi per occupare il red carpet della Mostra del Cinema di Venezia, le iniziative sono davvero troppe per poterle elencare. In questa pagina di Fridays for Future potete trovare un elenco in aggiornamento continuo e partecipare a quella più vicina a voi, seguendo il consiglio del regista Michael Moore, una delle tantissime celebrità che si sono spesa a favore dello sciopero mondiale per il clima: “Salta la scuola, lascia perdere il lavoro, smetti di fare quello che stai facendo per un paio d’ore e prendi parte agli eventi in programma nella tua città! Quale altra scelta abbiamo?”  Il punto sta tutto qua. Non abbiamo nessun’altra scelta. Ed è questo il grande salto che i cambiamenti climatici hanno fatto fare all’ambientalismo: non si tratta più di difendere un bene comune come l’ambiente. Stavolta ci giochiamo tutto. L’ambientalismo è diventato un campo di battaglia globale in un pianeta diventato troppo piccolo per permettere al capitalismo e all’umanità di continuare a prosperare assieme. Tu da che parte stai?

http://www.eco-magazine.info/cambiamenti-climatici/8315/clima-e-cominciata-la-settimana-di-mobilitazione-per-il-pianeta-ed-e-cominciata-alla-grande.html?fbclid=IwAR0l1RQHUuhFpww4Dy46Qz73L-fQ4Mx0SFrF8WKhrW4zPfy9R-3Gq8nbpYA

Molte altre lotte sono legittime. Ma se quella contro i cambiamenti climatici verrà persa, nessun’altra potrà essere condotta.  Ci sono pochi temi che ci riguardano tutti come la salvaguardia della nostra stessa specie e dell’ambiente.

Eppure fatichiamo ancora a capirlo. Non vogliamo capire il rischio che stiamo correndo, provocato da tutti noi con le nostre stesse mani.Si, ognuno di noi deve ovviamente nel proprio piccolo intraprendere azioni individuali che possono fare la differenza, ma senza l’azione coordinata dei governi globali questa sfida è persa in partenza.

A qualcuno potrà sembrare assurdo, ma scendere in piazza è una delle cose più potenti che come singoli possiamo fare. Dal 15 marzo 2019, giorno del primo sciopero globale per il clima, la tematica dei cambiamenti climatici ha ricevuto un’attenzione da parte dei media che non si era mai vista prima.  Il #27 settembre noi ragazze e ragazzi di tutto il mondo scenderemo di nuovo in piazza per il Terzo Sciopero Globale per il clima, per chiedere ancora una volta ai governi di intraprendere azioni immediate e concrete per arginare gli effetti del riscaldamento globale.

A Catania l’appuntamento è giorno 27 settembre in Piazza Roma alle ore 9.

Ci sarai anche tu? O vuoi restare indifferente? Cosa racconteremo ai nostri figli?

Se vuoi partecipare attivamente contattaci su Messenger o all’indirizzo e-mail: fridaysforfuturecatania@gmail.com

https://www.facebook.com/fridaysforfuturecatania/

Il 27 settembre i COBAS scioperano nella Scuola e nel Lavoro privato (esclusi i Trasporti)

Contro i cambiamenti climatici e in difesa dell’Ambiente e manifestano in molte città con i/le giovani di Fridays For Future.

Il 27 settembre è il giorno scelto dal movimento “Fridays for future” in Italia per partecipare alla mobilitazione mondiale “Climate Action Week”con uno sciopero a livello nazionale, il terzo “Global Strike for Future”.Per questa stessa data i Cobas della Scuola e del Lavoro privato (ad esclusione dei Trasporti) hanno indetto lo sciopero generale di tutti i dipendenti, rispondendo ad un preciso appello rivolto dai giovani del movimento, ma allo stesso tempo esprimendo una chiara e autonoma presa di posizione sul tema in oggetto. Risulta del tutto evidente, al netto del negazionismo sempre più debole persino nell’ambito del potere politico e industriale, che il micidiale cambiamento climatico in atto – ma più in generale tutta la tematica ambientale di cui tale mutamento, con le sue drammatiche conseguenze, è un aspetto cruciale – rappresenta una questione fondamentale da affrontare con la massima urgenza. Cambiamenti climatici, enormi quantità di rifiuti, produzione energetica attraverso i combustibili fossili, Grandi opere costose, inutili e dannose, saccheggio dei territori, scriteriate attività estrattive, produzioni dannose ed inquinanti, iperconsumi: sono tutti elementi interconnessi di un sistema insostenibile che sta portando l’intera società umana verso il collasso e che coinvolge non solo i poteri “forti” politici ed economici – che hanno voluto o sostenuto la logica del profitto capitalistico come elemento-guida dell’organizzazione sociale – ma anche centinaia di milioni (miliardi?) di cittadini dei paesi più ricchi che hanno introiettato e praticato sistemi di vita e di consumo, ritenuti più comodi ma sempre più disastrosi per l’intera umanità. La modifica di tali sistemi di vita, profonda ed urgente, è il vero tema posto con forza e da noi raccolto con l’intento di dare un contributo alla costruzione di un grande movimento che coinvolga anche il mondo del lavoro dipendente e del piccolo lavoro autonomo e che sappia connettersi anche con gli altri movimenti che confliggono con l’attuale sistema economico e politico, nella consapevolezza che tutte le principali contraddizioni presenti nell’attuale modello di sviluppo ed organizzazione sociale sono tra di loro collegate e che esse devono trovare espressione in un movimento inclusivo, paritario, non gerarchico (né nell’organizzazione né nei contenuti), profondamente democratico e non elitario.

La sete del profitto ad ogni costo e con ogni mezzo, la mercificazione di tutto l’esistente, l’esclusione di intere popolazioni dai processi decisionali – con il conseguente corollario di guerre, di un crescente divario tra ricchi e poveri, di carestie, malattie endemiche che falcidiano intere popolazioni, di povertà estrema e profonde ingiustizie sociali – sono le forze motrici dei processi che stanno distruggendo l’ambiente e che, tra l’altro, stanno provocando, o ingigantendo, le imponenti ondate migratorie a cui stiamo assistendo. La scuola, in particolare, può e deve svolgere un ruolo fondamentale nell’aumentare la consapevolezza nei confronti di queste problematiche. Dobbiamo dimostrare l’assurdità del mito della crescita continua in un sistema finito, ponendo all’ordine del giorno i grandi temi legati alla lotta per la salvaguardia dell’ambiente quali la messa in discussione delle produzioni industriali, il superamento dei combustibili fossili che sono la principale causa di emissioni di CO2, l’abbandono della perversa logica delle “grandi opere”, la lotta al consumismo che porta a produrre montagne di rifiuti e bruciare risorse non rinnovabili, oltre a fomentare la guerra dei penultimi contro gli ultimi nella scala sociale e provocare rabbia, odio e infelicità diffusa nell’impossibilità di stare al passo del consumismo enfatizzato dai mass media e dai poteri economici. Risulta evidente che l’attuale sistema economico è insostenibile ed ineluttabilmente destinato, se non fermato in tempo e invertito, alla catastrofe; eppure ancora non è visibile alcun significativo cambio di rotta da parte dellagovernance politica ed economica mondiale, né, per quel che ci riguarda direttamente, di quella italiana. E a questo proposito, avendo letto i proclami sul tema del nuovo governo, sarà il caso di sottolineare che la soluzione del problema non è certo la sostituzione del capitalismo “nero” (centrato sul petrolio e affini) con il capitalismo “verde”, o produrre sempre più macchine ma elettriche invece che a benzina o sostituire la soia, il tofu e il seitan alla carne: non sarà insomma la cosiddettagreen economy, per come viene declinata, a salvarci, risultando nella migliore delle ipotesi un debolissimo palliativo ma, ben più realisticamente, una strategia per piegare a logiche di mercato (il capitalismo non ha colore, e se il “verde” funziona meglio del “nero” per fare profitto non ha difficoltà a cambiare cavallo) le iniziative in difesa dell’ambiente trasformandole in ulteriori fonti di profitto.

Per questi motivi scenderemo in piazza il 27 settembre e continueremo le lotte anche in seguito, consapevoli che non siano pensabili strategie di salvaguardia ambientale che non prevedano anche la giustizia sociale, che non sia possibile una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile senza una profonda trasformazione in senso anticapitalista, dove la difesa dei Beni comuni prevalga contro la logica del profitto.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

http://www.cobas-scuola.it/Notizie/Il-27-settembre-i-COBAS-scioperano-nella-Scuola-e-nel-Lavoro-privato-esclusi-i-Trasporti

Catania 24 settembre: La scuola di fronte alla crisi ambientale https://www.facebook.com/events/1242278532621444/

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.